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Paradosso Sicilia: aumentano le offerte di lavoro ma per la metà dei posti non si trovano candidati

A risentire maggiormente del mismatch sono le imprese della metallurgia, le industrie del legno e del mobile, le imprese delle costruzioni 

Di Michele Guccione |

Il lavoro che c’è e che aumenta, ma aumentano anche i lavoratori che non si trovano. Purtroppo cresce, e sfiora il 50%, la percentuale di posti di lavoro offerti dalle imprese e che restano vacanti per mancanza di candidati idonei. L’amara constatazione, per l’esercito dei nostri disoccupati, è del Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal, che per questo mese di febbraio rileva un incremento del 21,5% dei posti di lavoro offerti, ma anche un 50% di contratti proposti che sono a tempo determinato. 

In particolare, le assunzioni previste dalle imprese per questo mese in Sicilia sono 20.530, cioè 2.850 in più rispetto a febbraio 2022, ma la difficoltà di reperire candidati idonei dichiarata dai selezionatori è salita al 40,3%. Nel trimestre febbraio-aprile gli ingressi al lavoro proposti sono 63.720, pari a un aumento di 9.320 occasioni. 

A livello nazionale, il Bollettino Excelsior rileva che, malgrado l’accelerazione dell’inflazione e l’incertezza sulle prospettive dell’economia, il saldo delle assunzioni a febbraio cresce rispetto a un anno fa, pari a +68.130 unità (+21,5%) su 385.720; nel trimestre febbraio-aprile si stima invece un incremento di +174.660 unità (+17,1%) su un milione 198.580 contratti offerti. Cresce ancora la difficoltà delle imprese ad assumere (tasso del 46,2%), specie se riferita ai giovani (49%).

Sono 132mila le assunzioni programmate nel mese dall’industria. A creare maggiori opportunità di lavoro – accanto alle costruzioni con 48mila lavoratori ricercati – sono, per il manifatturiero, alcune delle filiere distintive del Made in Italy, con in testa la meccatronica (22mila assunzioni), seguita dalla metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (18mila), dall’alimentare (10mila) e dalle industrie tessili, abbigliamento e calzature, sebbene queste ultime si attestino ancora sotto il livello pre-Covid (-15,2% su febbraio 2019). D’altra parte, i servizi programmano 254mila ingressi e la filiera del turismo si conferma quale traino della domanda di lavoro (56mila ingressi). Consistente anche l’apporto del commercio (52mila) e dei servizi alle persone (42mila). Per quanto riguarda i contratti offerti, quelli a tempo determinato rappresentano il 50% delle entrate previste; seguono quelli a tempo indeterminato (20%), quelli di somministrazione (11%) e di apprendistato (5%).

A livello territoriale, 120.190 assunzioni sono previste dalle imprese del Nord Ovest a febbraio; quelle del Sud e isole sono 96.630, 92.440 quelle del Nord Est, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento (52%). Nel Centro si stimano 76.460 assunzioni.

A febbraio il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro interessa 178mila profili (46,2% delle assunzioni). La motivazione prevalentemente dichiarata dalle imprese è la mancanza di candidati, che registra un incremento di 5,4 punti in un anno. A risentire maggiormente del mismatch sono le imprese della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (58,5% dei profili ricercati è di difficile reperimento), le industrie del legno e del mobile (56,1%), le imprese delle costruzioni (54,9%). Tra le professioni di più difficile reperimento si segnalano gli specialisti nelle scienze della vita (80,7%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (70,8%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (68,5%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,7%) e gli operatori della cura estetica (66,2%).   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA